CDP digitale, ecco i primi problemi

A questo giro, Unasca è piuttosto diretta e denuncia che col nuovo Certificato di Proprietà digitale è solo l'ACI a guadagnarci: invece che far risparmiare carta (si era parlato di circa trenta milioni di fogli in meno!) sembra che da due settimane, dopo l'entrata in vigore, si finisca per consumarne di più!

Per effettuare un passaggio di proprietà, infatti, ci si ritrova ad usare ben cinque fogli al posto di uno: uno per la delega, un paio per il certificato vero e proprio, uno per l'allegato contenente informazioni aggiuntive all'atto di compravendita e per finire la fotocopia di un documento del delegante. E inoltre rimane invariato il costo di 27 Euro a carico degli automobilisti, nonostante oggi non ricevano più fisicamente il documento.

Insomma, al netto dei proclami riguardanti la presunta "rivoluzione digitale utile a tutti", sembra che l'unico a beneficiarne sia ACI, usando la digitalizzazione del CDP come una vera e propria "arma di distrazione di massa" per dimostrare il suo buon operato e allontanare lo spettro dell'accorpamento con la Motorizzazione Civile contenuto nella riforma della pubblica amministrazione. Fortunatamente, Unasca non demorde e continua a chiedere a gran voce che la funzione pubblica di ACI di gestione del Pubblico Registro Automobilistico passi unicamente in mano al Ministero dei Trasporti, portando finalmente l'Italia in linea con i diritti della Comunità Europea e facendo risparmiare circa 300 milioni di Euro agli automobilisti e 150 milioni di spesa pubblica.

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